Novità e cosa c’è da sapere sul mondo dell’Osteopatia.

Osteopatia per il miglioramento della postura

Soffri spesso di dolori e pensi che possano essere dovuti ad una problematica di postura?

Se si sei nel posto giusto poiché tratto molti pazienti con posture sbagliate nel mio studio di Osteopata a Milano!

La postura è fondamentale per la nostra salute, infatti una postura corretta aiuta a prevenire dolori ai muscoli ad alle articolazioni, oltre a mantenere il corpo in equilibrio.

Al contrario, una postura sbagliata può causare dolore cronico, stanchezza e diminuire la qualità di vita. L’osteopatia è un valido alleato per migliorare la postura e alleviare i problemi ad essa legati.

Cos’è la postura?

Con il termine postura si intende la posizione in cui il nostro corpo si trova quando siamo fermi o ci muoviamo.

Avere una buona postura significa avere un buon allineamento del corpo che, di conseguenza, permette il corretto funzionamento dei muscoli e delle articolazioni, senza sforzi inutili e con minor dispendio di energia.

Quando la postura è scorretta, ad esempio quando si sta curvi davanti al computer o quando si cammina con le spalle in avanti, il corpo deve fare più fatica per mantenersi in equilibrio.

La conseguenza di tutto ciò sono mal di schiena, tensioni al collo, dolori alle spalle e perché no, mal di testa.

Osteopatia per il miglioramento della postura

Come l’osteopatia può migliorare la postura?

L’osteopatia si concentra sul miglioramento del benessere fisico attraverso il trattamento delle strutture muscoloscheletriche del corpo, ma non solo. Infatti, da un punto di vista posturale, ha sicuramente un grande impatto anche la componente viscerale e quindi l’addome, che col suo peso può portare in sovraccarico la zona lombare (non sai che cos’è l’osteopatia viscerale? Scopri come l’osteopatia viscerale porti benessere dall’interno!).

Un osteopata può quindi aiutarti a correggere la postura sbagliata lavorando non solo su muscoli, articolazioni e legamenti, ma prendendo in carico il paziente a 360°.

Il trattamento osteopatico per la postura include diverse tecniche:

  • Tecniche manuali: l’osteopata utilizza principalmente le mani per alleviare le tensioni muscolari, rilassare i muscoli contratti e migliorare la mobilità delle articolazioni; a volte può avvalersi di pistole massaggianti, che io non amo più di tanto.
  • Allineamento della colonna vertebrale: l’osteopata può lavorare sulla colonna per correggere eventuali disallineamenti che causano dolore e influenzano la postura; i chiropratici le chiamano sublussazioni vertebrali.
  • Tecniche di rilascio miofasciale: queste tecniche sono fondamentali per liberare le fasce, strutture di tessuto connettivo che avvolgono i muscoli, riducendone le tensioni e la rigidità.
  • Esercizi posturali: oltre alla terapia passiva (manipolazioni), l’osteopata può suggerire esercizi per migliorare la postura nella vita quotidiana.

Manipolazione lombare osteopata segrate

I benefici dell’osteopatia per la postura

L’osteopatia aiuta a migliorare la postura in vari modi:

  1. Allevia il dolore: se hai dolore alla schiena, alla cervicale o alle spalle a causa di una postura scorretta, l’osteopatia può ridurre o eliminare questo fastidio.
  2. Aumenta la mobilità: lavorando sulle articolazioni, l’osteopatia migliora la flessibilità ed il range di movimento delle articolazioni stesse, rendendo più facile mantenere una buona postura.
  3. Rilassa i muscoli: le tecniche osteopatiche rilassano i muscoli tesi e riducono la fatica, consentendo al corpo di mantenere una postura naturale con il minimo sforzo sforzo.
  4. Prevenzione: trattamenti regolari aiutano a prevenire futuri problemi legati alla postura, riducendo il rischio di dolori cronici. Questo è importante perché durante una giornata ogni persona ha delle posture lavorative che portano alla lunga ad avere uno schema posturale disfunzionale.

Cosa puoi fare per migliorare la tua postura

Anche l’osteopatia è un aiuto importante, ma ci sono anche cose che puoi fare ogni giorno per migliorare la tua postura:

  • Siediti correttamente: quando lavori al computer o sei seduto a lungo, assicurati che la tua sedia e la scrivania siano all’altezza giusta. Mantieni la schiena dritta e le spalle rilassate.
  • Fai esercizio fisico: attività come lo yoga, il pilates o semplici camminate possono migliorare la postura e rinforzare i muscoli, oltre a permettere una migliore ossigenazione dei tessuti che comporta una riduzione dell’infiammazione nel corpo (non sai cos’è l’infiammazione? Leggi il mio articolo su osteopatia dolore e infiammazione!)
  • Evita di stare troppo tempo nella stessa posizione: se lavori seduto o stai in piedi per molte ore, fai delle pause e cambia posizione per non stressare troppo le articolazioni. Le cosiddette posizioni mantenute sono quelle che creano maggiori problemi al disco intervertebrale ed ai muscoli paravertebrali, che non sono altro che quei cordoni che si sentono dietro la schiena di fianco alla colonna vertebrale.

Conclusione

L’osteopatia è un trattamento efficace per migliorare la postura e alleviare i dolori muscolari e articolari ad essa legati. Grazie a tecniche manuali, esercizi specifici e consigli pratici, un osteopata può aiutarti a mantenere il corpo in equilibrio e prevenire i problemi causati da una postura scorretta.

Prendersi cura della propria postura ogni giorno è fondamentale per vivere meglio. Se hai dolore o senti tensione, considera l’osteopatia come un aiuto prezioso per migliorare il tuo benessere e il tuo comfort.

Paralisi di Bell: un aiuto dall’osteopatia

Ti hanno diagnosticato una paralisi di Bell e hai pensato che l’osteopatia possa esserti d’aiuto?

Se si sei nel posto giusto perché mi è capitato di approcciare più volte tale problematica nel mio studio di osteopata a Milano!

La paralisi di Bell è una condizione che colpisce la faccia in seguito ad una disfunzione del nervo facciale (settimo nervo cranico) e che determina l’incapacità di governare i muscoli del viso.

Paralisi di Bell: un aiuto dall’osteopatia

E’ possibile che vengano colpiti entrambi i lati del viso, anche se nella stragrande maggioranza il lato colpito è uno solo.

Ciò comporta, oltre all’impossibilità di muovere i muscoli della faccia, un’eventuale riduzione della sensibilità gustativa della porzione anteriore della lingua, una riduzione nella produzione di saliva ed un possibile dolore dietro l’orecchio.

Anatomia del nervo facciale

Affronteremo in questa sezione l’anatomia del nervo facciale, in maniera molto limitata, giusto per poter poi capire i meccanismi che sono alla base del suo eventuale coinvolgimento in questa paralisi.

Il nervo facciale, o VII nervo cranico, origina dal tronco encefalo all’interno della scatola cranica per poi dirigersi verso l’orecchio interno. Qui il nervo passa nel forame stilomastoideo, da dove uscirà dal cranio nella parte postero inferiore, per poi portarsi alla ghiandola parotide e proseguire il suo decorso ai muscoli della faccia.

Tra i muscoli innervati troviamo quelli del labbro, del mento, il platisma, il buccinatore e i pellicciai della testa; questi ultimi vengono definiti muscoli mimici del volto.

Vi è infine una componente sensitiva nei 2/3 anteriori della lingua.

Che cosa causa la paralisi di Bell?

La domanda che i pazienti mi pongono sempre quando si presentano nel mio studio con una paralisi di Bell è “perché si infiamma il nervo facciale”?

Possono esservi svariate cause alla base della paralisi del nervo facciale, ma la più conosciuta è sicuramente un’infezione virale, come conseguenza di un’otite, herpes zoster (virus della varicella che determina il fuoco di Sant’Antonio), herpes simplex o un classico colpo d’aria.

In seguito ad infezione il nervo si infiamma e si ingrossa e può quindi essere compresso nel suo punto di passaggio all’interno del forame stilomastoideo (se non sai cos’è l’infiammazione leggi il mio articolo su infiammazione: cosa può fare l’osteopata!).

L’osteopata deve considerare anche un aspetto vascolare, in quanto le vene mastoidee drenano la zona del nervo facciale e sfociano vicino alla cervicale alta e alla vena giugulare interna, che permette al sangue venoso di uscire dal cranio. Un cattivo drenaggio a tale livello potrebbe portare anch’esso ad una forma di compressione del nervo facciale.

Infine è possibile incorrere in debolezza del nervo anche in seguito ad eventuali traumi e/o problematiche posturali.

Quanto tempo ci vuole per guarire dalla paralisi di Bell?

Le tempistiche variano da poche settimane nei casi più lievi a qualche mese in quelli più complessi. Dipende poi dal tipo di paralisi del nervo facciale, se parziale o completa.

Ma quindi cosa posso fare se vengo colpito da questa paralisi? Se il medico lo ritiene utile può prescrivere del cortisone, e poi si può associare in parallelo una serie di manipolazioni osteopatiche.

Paralisi di bell: un aiuto dall’osteopatia

Una volta spiegata l’anatomia e capite le cause è possibile approfondire come l’osteopatia possa essere d’aiuto in caso di paralisi del nervo facciale.

Paralisi di Bell: un aiuto dall’osteopatia! Ma vediamo come…

Per quanto riguarda l’ipotesi di infezione virale l’osteopata andrà a valutare e manipolare il tratto cervicale alto da un punto di vista articolare e muscolare, poiché non è possibile manipolare direttamente il forame stilomastoideo. Quindi verrà preso in considerazione l’osso temporale (osso dell’orecchio), proprio perché una parte del foro stilomastoideo è formato da quest’osso.

L’osso temporale si articola con altre ossa per andare a formare la scatola cranica, e tra queste ossa, è necessario non tralasciare la valutazione ed il trattamento dell’osso occipitale e dell’osso zigomatico.

Da un punto di vista vascolare si andrà a valutare tutta la componente relativa al drenaggio intracranico dei seni venosi per permettere un deflusso corretto del sangue all’esterno del cranio.

Infine, bisogna valutare almeno tutta la parte alta del corpo, quindi la cervicale già menzionata, ma anche lo stretto toracico superiore ed il passaggio cervico-dorsale e dorsale, sia per un discorso posturale che per un discorso drenante.

 

 

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Luigi Mangione, presunto killer del CEO di United Healthcare, soffre di spondilolistesi

Luigi Mangione, presunto killer del CEO di United Healthcare, soffre di spondilolistesi.

Negli ultimi giorni tiene banco un fatto di cronaca importante quale l’omicidio del CEO della più grande assicurazione americana del ramo salute, la United Healthcare. Il presunto killer sarebbe un giovane di origine italiana, tale Luigi Mangione.

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Ma perché un giovane di bella famiglia avrebbe dovuto uccidere uno dei manager americani più importanti?

Una delle ipotesi più plausibili va ricercata nella sua patologia alla schiena, ovvero la spondilolistesi.

Che cos’è la spondilolistesi?

E’ una tra le cause più comuni di dolore lombare e sostanzialmente è uno scivolamento di una vertebra sull’altra.

La maggior parte delle volte ci troviamo in presenza di anterolistesi, ovvero la vertebra scivola in avanti rispetto alla sottostante.

Ma può capitare di vedere nel mio studio di osteopata a Milano anche casi di retrolistesi, ovvero quando una vertebra scivola indietro alla vertebra sottostante.

Ho scritto un articolo a riguardo qualche tempo fa, visto che è una delle patologie che un osteopata incontra nella sua carriera.

Qualora volessi ampliare le tue conoscenze su questa malattia ti consiglio di leggere il mio articolo su spondilolistesi e osteopatia!

Per riassumere, le cause possono essere congenite, degenerative, traumatiche e la zona della colonna vertebrale dove è più facile trovare questo tipo di problematica è sicuramente il passaggio lombo-sacrale in L5-S1.

Luigi Mangione, la spondilolistesi e l’intervento alla schiena

Luigi Mangione, presunto killer del CEO di United Healthcare, soffre di spondilolistesi.

Nello specifico il soggetto accusato di omicidio soffre di una condizione congenita, peggiorata però con una trauma mentre svolgeva windsurf.

Questo ha portato Luigi Mangione a soffrire di un dolore cronico che lo ha portato a sottoporsi ad un intervento chirurgico, come possibile vedere dalle immagini postate dallo stesso su X. Tale intervento è stato effettuato stabilizzando la vertebra scivolata in avanti con ben 4 viti (due sulla L5, le più alte, e due sul sacro, le più basse).

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L’intervento però non sarebbe stato risolutivo, e anzi, avrebbe portato il presunto killer a soffrire anche di problemi durante i rapporti con l’altro sesso.

Questo, legato al fatto dell’impossibilità di svolgere l’attività sportiva come in passato, e magari anche ad altro, ha portato Luigi Mangione ad uccidere, presumibilmente, Brian Robert Thompson CEO di United Healthcare.

Come si cura la spondilolistesi?

Vengono descritti 4 gradi di gravità, in base allo scivolamento: i primi due si affrontano con la terapia conservativa tra cui l’osteopatia, mentre gli ultimi due sicuramente con l’intervento chirurgico.

Come sempre, osteopatia (terapia passiva) ed esercizio fisico (terapia attiva) insieme funzionano meglio rispetto al fare le due attività in maniera separata.

E’ comunque necessario capire, in primis, se vi è una sofferenza neurologica del nervo sciatico.

Se vuoi rimanere aggiornato sulle ultime news in ambito osteopatico seguimi! E se hai bisogno di un bravo osteopata a Milano o Segrate contattami!

Artrosi cervicale e osteopatia

Anche tu soffri di dolori di dolore al collo e non sai più cosa fare per eliminarlo? Lo sai che una delle maggiori cause di dolore al collo è l’artrosi cervicale?

Mi capita di vedere molti pazienti come te nel mio studio di osteopata a Milano e si, l’osteopatia può essere un utile alleato per la lotta contro l’artrosi cervicale!

Che cos’è l’artrosi cervicale?

Prima di definire l’artrosi cervicale è bene fare un passo indietro e spiegarti che cos’è l’artrosi: con artrosi si intende una condizione patologica in cui si lesiona la cartilagine articolare. Il discorso è però più complesso e ti invito quindi, qualora volessi approfondire l’argomento, a leggere il mio articolo su artrosi ed osteopatia!

Artrosi cervicale e osteopatia

Veniamo quindi a noi e vediamo come si presenta l’artrosi a livello della colonna cervicale.

Normalmente l’artrosi cervicale colpisce soprattutto due distretti: il corpo vertebrale e i processi uncinati.

L’artrosi che colpisce il corpo vertebrale viene definita spondiloartrosi (questa tipologia la possiamo ritrovare anche a livello lombare e dorsale), mentre i processi uncinati sono delle formazioni ossee presenti solo a livello cervicale, e come tale, l’artrosi di questi processi è riscontrabile solo in cervicale e viene definita uncoartrosi.

La peculiarità dei processi uncinati è quella di limitare, nella normalità, i movimenti di lateroflessione della colonna cervicale, in modo tale da proteggerla da eventuali movimenti troppo ampi; nell’artrosi di tali processi però, si riduce drasticamente la lateroflessione, il che può portare ad una sofferenza importante della muscolatura cervicale, oltre che ad un dolore ed infiammazione dei processi stessi.

Quali sono i sintomi dell’artrosi cervicale?

I sintomi più caratteristici dell’artrosi cervicale sono sicuramente dolori alla nuca e al collo, rigidità cervicale e difficoltà nel compiere movimenti semplici quali ruotare o inclinare il capo.

Può inoltre essere presente una sensazione di sabbiolina all’interno delle articolazioni durante i movimenti o addirittura crepitii al collo (se vuoi approfondire le cause di tali rumori articolari leggi il mio articolo su crepitii al collo ed osteopatia!).

I dolori possono inoltre irradiarsi alla testa portando a mal di testa e o cefalea, ma anche a irradiazione alle scapole ed agli arti superiori fino alle mani, come formicolii e perdite di forza.

Tutto ciò si verifica quando le superfici delle articolazioni del collo si deteriorano e causano infiammazione.

Cosa fa l’osteopata per l’artrosi cervicale?

L’osteopata può aiutare a gestire i sintomi dell’artrosi cervicale attraverso delle manipolazioni specifiche.

Tali manipolazioni comprendono l’utilizzo di tecniche manuali di inibizione muscolare piuttosto che di stretching sul collo e sulla colonna vertebrale in generale, con lo scopo di ridurre la tensione muscolare. In associazione a ciò vengono fatte delle tecniche di mobilizzazione articolare sulle articolazioni vertebrali cervicali per migliorarne la mobilità. L’obiettivo è quello di ridurre il dolore e aumentare la flessibilità, permettendo al paziente di muoversi con maggiore facilità e di svolgere in maniera più naturale le più disparate azioni quotidiane.

Inoltre, l’osteopatia può aiutare a migliorare la postura e ridurre lo stress sulle articolazioni del collo, facilitando quindi la loro funzione, ma può anche servirsi di un approccio olistico per lavorare anche su altre aree del corpo che possono essere collegate al dolore cervicale, come la spalla o la schiena.

L’osteopatia offre un approccio naturale e non invasivo per affrontare l’artrosi cervicale. Associando il trattamento osteopatico a un programma di esercizi mirati e a consigli sulla postura e lo stile di vita, possiamo aiutare i pazienti a gestire meglio i sintomi e a ritrovare una migliore qualità di vita.

In conclusione, un osteopata esperto può aiutare le persone affette da artrosi cervicale in diversi modi:

  • Riduzione del dolore
  • Miglioramento della postura
  • Aumento della mobilità
  • Approccio olistico

L’osteopata può quindi essere considerato uno specialista per l’artrosi cervicale, il tutto mediante un approccio efficace e naturale!

 

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Arrampicata e osteopatia

Anche tu pratichi arrampicata e pensi che l’osteopatia possa esserti utile per trattare le tipologie di infortuni alle quali si è maggiormente esposti praticando questo sport, ovvero a livello degli arti superiori, arti inferiori e colonna vertebrale?

Se si sappi che nel mio studio di osteopata a Milano vedo molti sportivi che praticano arrampicata, in quanto il mio studio si trova a poche fermate di metro da una delle più importanti e conosciute palestre di Milano.

Arrampicata e osteopatia

Inoltre, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un incremento esponenziale di tale sport che ha visto addirittura il debutto alle olimpiadi nel 2020.

Andiamo quindi a vedere quali zone del corpo sono maggiormente esposte ad infortuni e come l’osteopatia possa essere d’aiuto negli arrampicatori (o rocciatori).

Infortuni negli scalatori

Come è possibile vedere dalla tabella sottostante, le zone sottoposte a trauma durante l’arrampicata sono svariate.

Traumi da arrampicata

E’ possibile però raggruppare i vari traumi secondo tre meccanismi:

  • dolore cronico da sovrautilizzo
  • aumento del carico al di sopra di quanto l’articolazione possa sopportare fisiologicamente
  • traumi acuti

Traumi alla testa

Cadute di massi o cadute da grandi altezze sono i due classici meccanismi attraverso i quali gli scalatori possono andare incontro a trauma cranico o addirittura a morte (le lesioni alla testa non letali sono più comuni rispetto a quelli letali)

Traumi alla colonna vertebrale

Le lesioni alla colonna vertebrale rappresentano dall’1,9% al 7,1% di tutti gli infortuni legati all’arrampicata e fino al 20% delle fratture. La zona della spina dorsale maggiormente colpita è il passaggio dorso-lombare (frattura da scoppio).

Oltre a ciò troviamo problematiche acute sia a livello di legamenti che di muscoli, quali distorsioni e stiramenti.

Esistono però anche problematiche croniche legati ad adattamenti posturali:

  • aumento della cifosi toracica
  • aumento della lordosi lombare
  • antepulsione delle spalle (dovute ad uno squilibrio dei muscoli rotatori interni ed esterni della cuffia dei rotatori della spalla con accorciamento del muscolo piccolo pettorale); ciò avviene anche in altri sport quali il nuoto e la ginnastica.

Questi cambiamenti posturali possono portare alla spondilolistesi (se non sai di cosa sto parlando approfondisci l’argomento con il mio articolo spondilolistesi ed osteopatia!), mal di schiena cronico e sindrome dello stretto toracico con formicolio alle mani ed alle braccia.

Traumi agli arti superiori

L’arrampicata su roccia comporta un carico notevole sugli arti superiori. Gli infortuni da arrampicata si verificano a livello di spalle, gomiti, avambracci, polsi e mani, in seguito sia ad un uso eccessivo che a traumi diretti sulle articolazioni.

  • Traumi alle spalle

Lesioni traumatiche acute possono verificarsi in seguito a cadute dall’alto con conseguenti fratture dell’articolazione acromionclavicolare, lussazione dell’articolazione gleno-omerale, piuttosto che rotture della cuffia dei rotatori.

Tra le problematiche croniche troviamo invece problemi alla cuffia dei rotatori conseguenti a continui stress dovuti al continuo posizionamento degli arti sopra la testa: rotture dei tendini, tendinite del capo lungo del bicipite e rotture del cercine della spalla.

  • Traumi a gomito e avambraccio

Sono sicuramente meno frequenti rispetto ai traumi alle spalle appena visti. Tra i più frequenti troviamo la rottura del tendine distale del bicipite brachiale ed il gomito dello scalatore.

E’ più semplice sentir parlare di epicondilite (gomito del tennista) e di epitrocleite (gomito del tennista), in realtà il gomito dello scalatore può comprendere dolore sia nella zona esterna che interna del gomito, ma spesso vi è anche un forte sovraccarico del muscolo brachiale, cosa che nelle due tipologie di gomito prima di descritte di solito non avviene.

In ultimo l’ipertrofia della muscolatura dell’avambraccio può provocare delle compressioni dei nervi con conseguenti neuropatie sia del nervo radiale che del nervo mediano.

  • Traumi a polso e mano

Tra le problematiche maggiori riscontriamo la rottura dei tendini flessori delle dita, frattura dell’osso uncinato del polso e dei metacarpi – falangi.

Traumi agli arti inferiori

Il tasso di lesioni degli arti inferiori è inferiore rispetto a quello degli arti superiori.

A causa di cadute dall’alto, gli arti inferiori subiscono il 48,6% di tutte le fratture sostenute dai climbers; tra queste in particolare quella del substentaculum talii (frattura del calcagno)

Altre patologie possono essere la fascite plantare, metatarsalgia, alluce valgo, alluce rigido, neuroma di Morton (se non sai di cosa sto parlando leggi il mio articolo su neuroma di morton e osteopatia!), neurite peroneale profonda e borsite retrocalcaneare.

A livello di ginocchio è invece probabile trovarsi di fronte a rotture del legamento crociato anteriore in seguito alle posizioni particolari assunte sulla parete, oltre a problematiche meniscali.

Può l’osteopatia essere utile negli scalatori?

Arrampicata ed osteopatia…binomio perfetto! L’osteopatia è molto utile per prevenire traumi da sovraccarico alle articolazioni, in quanto lo scopo del trattamento è quello di ridare maggior mobilità alle articolazioni e questo permette di conseguenza di poter effettuare delle prese con meno sforzo e con maggior libertà.

Il trattamento sarà basato sulla sintomatologia del paziente, ma prenderà in considerazione svariate parti del corpo per poter permettere un buon svolgimento delle prese sulla parete.

E’ importante mantenere una buona elasticità dei muscoli con delle tecniche specifiche di stretching quali ad esempio le tecniche ad energia muscolare, soprattutto a livello di mani, avambraccio e braccio.

La spalla deve avere la capacità di elevarsi sopra la testa senza creare troppa tensione ai muscoli della cuffia dei rotatori e quindi verranno effettuate tecniche per aumentare lo spazio tra l’acromion e la testa dell’omero.

A livello di arti inferiore sarà invece fondamentale ripristinare un’ottima mobilità a livello delle anche, ridurre la tensione nei movimenti di rotazione della tibia sul femore e permettere una buona flessione plantare e dorsale del piede.

A livello muscolare andranno sicuramente valutati il muscolo psoas, la muscolatura del polpaccio e la fascia plantare.

Infine, riallacciandomi al discorso posturale intrapreso prima, ha una grossa importanza andare a manipolare la colonna vertebrale per ridurre al minimo problematiche croniche conseguenti all’ipercifosi dorsale ed alla iperlordosi lombare. La cervicale va mantenuta libera per permettere al climber di sollevare lo sguardo e portare il collo in estensione senza grossi problemi, limitando al minimo eventuali sintomi associati quali mal di testa.

 

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Colpo di frusta cervicale ed osteopatia

Sei stato coinvolto in un incidente d’auto o hai comunque subito un trauma che ti ha creato un colpo di frusta cervicale? Nel mio studio di osteopata a Milano vedo molti casi come il tuo!

Ti consiglio di prenderti pochi minuti del tuo per leggere l’articolo e scoprire come l’osteopatia possa esserti d’aiuto!

Che cos’è il colpo di frusta?

Il colpo di frusta è una lesione che si verifica quando la testa subisce un improvviso movimento di accelerazione e decelerazione, come ad esempio in un classico caso di tamponamento tra due auto.

Colpo di frusta cervicale ed osteopatia

Questo infatti è l’esempio per antonomasia: è bene però sottolineare come vi siano altri traumi assoggettabili al classico tamponamento posteriore, come ad esempio un tamponamento laterale oppure una caduta importante sull’osso sacro.

Durante questo tipo di trauma possono crearsi danni ai tessuti molli del collo, come i muscoli, i tendini e i legamenti, portando a sintomi come dolore, rigidità ed addirittura a mal di testa e vertigini.

Non è però corretto ridurre il colpo di frusta ad una sola problematica cervicale, infatti il trauma può ripercuotersi lungo tutta la colonna vertebrale ed anche a livello dei visceri pieni quali ad esempio il fegato e la milza.

L’osteopatia è utile in caso di colpo di frusta?

Assolutamente si! Colpo di frusta cervicale ed osteopatia sono un binomio perfetto!

Infatti l’osteopatia può essere di grande aiuto per chi soffre di colpo di frusta e consultare un bravo osteopata risulta essere una scelta vincente.

Innanzitutto l’osteopata adotta un approccio olistico, prendendo in considerazione l’intero corpo e non solo i sintomi legati al tratto cervicale. Pertanto, durante il trattamento del colpo di frusta, gli osteopati considereranno anche altri fattori oltre alla colonna vertebrale (che avrà comunque la priorità sia in ambito valutativo che in ambito di trattamento), come ad esempio la mobilità viscerale piuttosto che la tensione a livello delle membrane intracraniche.

Sempre l’osteopata valuterà attentamente il collo e la colonna vertebrale per individuare eventuali blocchi articolari, tensioni muscolari e disfunzioni posturali. In seguito, mediante tecniche manuali specifiche per la problematica del paziente, ripristinerà sia l’equilibrio che la mobilità della zona colpita.

Tra le tecniche maggiormente utilizzate troviamo sicuramente le tecniche articolari su cervicale e colonna in generale, le tecniche ad alta velocità e bassa ampiezza che emettono il classico suono crack (se vuoi capire il perché l’osteopata scrocchia le ossa leggi questo articolo!), ma anche tecniche viscerali e craniali per ripristinare la corretta mobilità e armonia della colonna dal bacino alla testa.

Fondamentale risulterà anche l’utilizzo di tecniche sia di stretching che di inibizione della muscolatura, in quanto sono le strutture che maggiormente soffrono in seguito allo stiramento causato dal trauma.

In conclusione, l’osteopatia può essere estremamente utile per coloro che soffrono di colpo di frusta, poiché fornisce un approccio completo e personalizzato al trattamento del dolore e dei danni muscolari e articolari causati da questo tipo di trauma, il tutto in maniera sicura ed efficace.

 

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Disturbi alla mandibola e osteopatia

Soffri di disturbi alla mandibola quali dolore mandibolare, click mandibolari o rigidità e/o stanchezza nel masticare? Nel mio studio di Osteopata a Milano mi capita spesso di vedere pazienti con tali problematiche, oltre ad aver collaborato per 8 anni con lo studio dentistico Beauty Smile di Bresso.

L’osteopatia può infatti essere un valido aiuto per migliorare queste problematiche!

Inoltre vi possono essere svariati sintomi associati come ad esempio cefalea, dolore cervicale, mal di orecchie ecc che andremo a sviscerare più avanti.

Disturbi alla mandibola e osteopatia

Disturbi temporo-mandibolari: che cosa causa l’infiammazione della mandibola?

Nel nostro corpo sono presenti due articolazioni temporo-mandibolari, una a destra ed una a sinistra.

Entrambe sono costituite dall’osso mandibolare che si articola con una cavita presente nell’osso temporale (osso delle orecchie) e tra i due capi articolari è presente un menisco, simile a quelli presenti nelle ginocchia, che se non ben posizionato può portare a problematiche durante la masticazione e la fonazione.

Tra le varie cause che portano all’infiammazione di tali articolazioni troviamo:

  • Traumi diretti alla mandibola (ad esempio una pallonata)
  • Traumi cervicali
  • Aderenze cicatriziali (ad esempio nel cavo ascellare)
  • Bruxismo (digrignare i denti)
  • Artrosi dell’articolazione temporo-mandibolare o ATM
  • Malocclusione (errata chiusura delle due arcate dentali)
  • Problematiche odontoiatriche (in seguito al posizionamento di protesi)…

Sulla base di tali cause si possono poi configurare svariati sintomi associati, ovvero quei sintomi a distanza che sono però correlati in questo caso con la problematica mandibolare.

Ve ne sono di svariati tipi ed in svariate zone non per forza vicine; tra questi troviamo:

  • Mal di testa
  • Sbandamenti e/o vertigini
  • Pesantezza e/o dolore agli occhi
  • Dolore cervicale
  • Dolore cucullare (nella zona del muscolo trapezio o elevatore della scapola)
  • Acufeni (ronzii e/o fischi alle orecchie)
  • Eventuale riduzione dell’udito
  • Formicolio e/o intorpidimento alle braccia

Come sempre, nel corpo umano, è possibile notare come le cause possano essere multiple e come questo porti ad approcciare problematiche tempo-mandibolari con un approccio multidisciplinare, che non comprende solo l’osteopata, bensì anche il dentista (eventualmente lo gnatologo), l’otorino e perché no, il fisiatra.

L’osteopatia è efficace per i disturbi alla mandibola?

L’osteopatia può svolgere un ruolo importante nel trattamento dei disturbi alla mandibola, in quanto si avvale di una valutazione a 360° che non comprende solo le due articolazioni mandibolari, ma anche tutto quello che gravita attorno ad esse come la cervicale, il tratto dorsale e dello stretto toracico superiore ed il cranio in generale.

Questo è proprio uno dei punti di forza dell’osteopatia poiché, come abbiamo visto prima, i problemi in generale non hanno praticamente mai una sola causa a meno che non ci troviamo di fronte ad un trauma diretto.

Tra le strutture maggiormente trattate in caso di dolori mandibolari troviamo sicuramente le componenti articolari della mandibola stessa (capsula, legamenti e muscoli quali masseteri, pterigoidei, temporali, sovra e sotto-ioidei ecc…) oltre alla mobilizzazione stessa dell’articolazione.

Disturbi alla mandibola e osteopatia craniale

Inoltre ricoprono una parte fondamentale nel trattamento i muscoli cervicali (scaleni, sternocleidomastoideo, elevatore della scapola ecc…) soprattutto nella zona alta all’attaccatura del cranio, dalla quale possono crearsi abbastanza facilmente problematiche associate quali sbandamenti, come visto in precedenza.

Infine, una peculiarità del tutto osteopatica non riscontrabile in nessun’altra disciplina sono la valutazione ed il trattamento del cranio.

 

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Sulla base di una valutazione approfondita cercherò di proporti un trattamento il più mirato possibile con lo scopo di recuperare il tuo benessere!

Sindrome della bendelletta ileotibiale

Soffri di dolore al ginocchio nella parte laterale in seguito a sedute di running e pensi che possa essere la sindrome della bendelletta ileotibibiale? Se si ti farà piacere sapere che nel mio studio di osteopata a Milano ho aiutato molti sportivi a risolvere il tuo problema!

Ma prima andiamo a vedere che cosa si intende per sindrome della bendelletta ileotibiale

Che cos’è la sindrome della bendelletta ileotibiale?

La sindrome della bendelletta ileotibiale è la seconda causa di dolore al ginocchio da sovrautilizzo (overuse).

E’ dovuta ad una maggior tensione a livello di una struttura connettivale molto forte, la bendelletta ileotibiale, che altro non è che una struttura che origina dal muscolo tensore della fascia lata a livello del bacino e che scende nella porzione esterna del ginocchio sulla tibia.

Il maggior attrito tra la bendelletta ed il ginocchio nella zona dei condili femorali avviene maggiormente con ginocchio flesso a 30°, come spesso è riscontrabile sia nel ciclismo sia nel podismo, e questo porta ad un dolore nella parte esterna del ginocchio che può risalire lungo la parte laterale della coscia.

Sindrome della bendelletta ileotibiale - Osteopata Milano

Quali sono le maggiori cause?

Tra le varie cause troviamo fattori esterni come l’aumento del chilometraggio giornaliero / settimanale piuttosto che fattori interni come il ginocchio varo o un’eventuale differenza in lunghezza degli arti inferiore (dismetria degli arti inferiori).

Possono inoltre avere un impatto importante su tale problematica una larghezza ridotta del bacino, una prominenza più pronunciata dei condili femorali ed un atteggiamento in rotazione interna dell’anca.

L’aiuto dell’osteopatia nella sindrome da bendelletta ileotibiale

Ma quindi l’osteopata cosa può fare per migliorare il dolore da sindrome della bendelletta ileotibiale?

Un bravo osteopata sarà in grado di valutare la tua postura e capire come questa sia in relazione alle alterazioni biomeccaniche degli arti inferiori enunciate prima .

Quindi il lavoro che andrà a svolgere sarà un reset posturale mediante tecniche di mobilizzazione articolare a livello di bacino, anche e ginocchio e perché no piede, in modo tale da permettere alla persona di distribuire meglio i carichi tra arto inferiore destro ed arto inferiore sinistro.

Sindrome della bendelletta ileotibiale - Osteopata Segrate

E’ inoltre fondamentale andare a valutare e trattare il muscolo grande gluteo in quanto ha un’inserzione proprio sulla bendelletta ileotibiale e può quindi aumentarne la tensione, oltre ad un lavoro fasciale e connettivale sulla bendelletta stessa.

Qualora fosse utile, sempre in seguito a valutazione, potrebbe essere interessante lavorare sui visceri poiché l’addome ha una forte valenza sui carichi gravitazionali che stressano le ginocchia.

Come sempre il lavoro dell’osteopata è un lavoro a 360° e diventa quindi complicato riassumerlo in poche righe.

 

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Dolore al collo dopo essere stati dal parrucchiere

Come dici? Sei uscita dal parrucchiere con un bellissimo taglio alla moda ed un colore da fare invidia alle star di Hollywood, ma con anche un fastidiosissimo ed invalidante dolore al collo?

Se sei qui è perché ti sei documentata su internet e pensi che l’osteopata possa darti una mano…ed in effetti è proprio così! Infatti non è così raro vedere nel mio studio di osteopata a Milano pazienti che soffrono di dolore alla cervicale, con magari sintomi associati quali nausea e giramenti di testa.

Cercheremo ora di scoprire insieme come mai una semplice visita in un salone di parrucchiere possa creare tutte queste problematiche e soprattutto come risolverlo.

Perché sentiamo dolore al collo dopo essere stati dal parrucchiere?

Come sempre non vi è mai una singola causa, ma un insieme di cause

  • Posizione scomoda del collo durante il lavaggio dei capelli: durante questa fase la testa viene posizionata in estensione sul bordo del lavandino. Questa posizione può essere scomoda e stressante per le articolazioni soprattutto se mantenuta per un lungo periodo. Infatti l’estensione porta ad una chiusura delle faccette articolari, ovvero le articolazioni, che possono quindi infiammarsi. Se la persona in questione soffre di artrosi cervicale ecco spiegato come lo stress aumenti a dismisura a livello del collo.

Dolore al collo dopo essere stati dal parrucchiere

  • Tensione Muscolare: il lavandino è freddo e questo porta di conseguenza ad una contrazione della muscolatura; mantenere la testa inclinata o ruotata per un po’ di tempo può causare tensione nei muscoli del collo. Anche il processo di taglio e styling può portare ad un aumento della sintomatologia dolorosa poiché i capelli sono bagnati e la sensazione di freddo localizzato sulla cervicale aumenta. Da tenere in considerazione anche i tempi morti nel passaggio tra un’attività e l’altra.
  • Stress e Ansia: questa componente è altamente soggettiva, ma alcune persone possono soffrire di una leggera ansia durante la permanenza nel salone, magari per paura di un taglio sbagliato o altro. Questo si manifesta con un irrigidimento dei muscoli del collo e del tratto dorsale alto nella zona dei trapezi.

Come prevenire il dolore al collo dal parrucchiere?

  1. Innanzitutto è fondamentale comunicare col proprio parrucchiere qualora le posizioni adottate non siano in comfort
  2. Chiedere delle pause brevi tra le diverse fasi se necessario in modo tale da scaricare sia le articolazioni che la muscolatura
  3. Se utile, richiedere l’utilizzo di cuscini per supportare la testa

Come può aiutare l’osteopatia in caso di dolore al collo da parrucchiere?

  • L’osteopatia può essere molto efficace nel trattare e prevenire il dolore in cervicale aiutandoti a migliorare la flessibilità del collo aumentandone la mobilità.
  • Il rilascio della muscolatura mediante tecniche di inibizione muscolare fa si che la muscolatura non invii più segnali dolorifici al cervello e permette alle articolazioni di muoversi più liberamente.
  • Una cattiva postura della testa e della cervicale può trovare giovamento con le manipolazioni articolari osteopatiche
  • Un buon osteopata può consigliarti esercizi di stretching in modo tale da mantenere elastici sia i muscoli che tutta la parte legata alle articolazioni quali capsula articolare e legamenti.

Dolore al collo dopo essere stati dal parrucchiere: manipolazione cervicale

 

In conclusione, il dolore al collo dopo essere stati dal parrucchiere è un problema comune ma risolvibile. Con l’aiuto dell’osteopatia e alcuni semplici accorgimenti, puoi goderti il tuo prossimo appuntamento dal parrucchiere senza preoccupazioni.

Se il dolore persiste, non esitare a consultare un bravo osteopata per un trattamento osteopatico mirato. La salute del tuo collo è importante quanto il tuo look!

 

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Trovare sollievo dalla fascite plantare con l’osteopatia!

Soffri di un dolore acuto a livello della pianta del piede che ti impedisce di svolgere le attività che più ami quali la corsa, la partita di calcetto o la partita di padel con gli amici?

Un dolore localizzato sulla fascia plantare, ovvero la fascite plantare, è una problematica che incontro spesso nel mio studio di osteopata a Milano e che può trovare sollievo con l’osteopatia!

Questo perché il trattamento osteopatico può aiutarti a ridurre l’infiammazione e di conseguenza ad attenuare il dolore.

Se sei curioso e vuoi approfondire l’argomento ti consiglio di metterti comodo e di leggere l’articolo: insieme andremo a scoprire cosa si intende per fascite plantare, quali sono i fattori di rischio e come il trattamento manipolativo osteopatico posso esserti d’aiuto!

Che cos’è la fascite plantare?

Quando parliamo di fascite plantare intendiamo un’infiammazione della fascia plantare del piede che parte dal tallone, attraversa tutta la pianta del piede per arrivare spesso fino alle dita.

Trovare sollievo dalla fascite plantare con l’osteopatia!

Chi soffre maggiormente di fascite plantare?

Tale disturbo è maggiormente presente in soggetti che mettono sotto stress in maniera importante il piede durante l’attività sportiva, piuttosto che con l’utilizzo di calzature antiinfortunistiche o con tacchi alti. Inoltre non è da sottovalutare la presenza di una protuberanza ossea a livello del calcagno, lo sperone calcaneare, che può irritare la fascia stessa.

Quest’ultima è maggiormente presente in soggetti diabetici, obesi o con alterazioni artrosiche a livello del piede.

Fascite plantare ed osteopatia

In una prima fase il dolore causato dalla fascite plantare può apparire sopportabile ma a mano a mano che l’infiammazione diventa importante perché non trattata, il dolore può diventare invalidante.

Il dolore è più acuto al mattino in quanto la notte vi è un ristagno di liquidi infiammatori a causa dell’inattività e sempre al mattino i primi passi possono risultare particolarmente dolorosi.

In questo contesto l’osteopata assume un ruolo molto importante per permettere alla persona di tornare a svolgere le proprie attività quotidiane come prima dell’insorgenza della sintomatologia, utilizzando tecniche quali:

  • Rilascio della fascia plantare del piede
  • Rilascio della muscolatura del piede e del polpaccio
  • Migliorare la postura cercando di ridurre il sovraccarico sul piede
  • Armonizzare la biomeccanica del piede e dell’arto inferiore in toto (ginocchio ed anca)

Fascite plantare ed osteopatia

Può essere d’aiuto anche l’utilizzo di plantari, che però esula dalla valutazione osteopatica e che va fatta da un medico specialista.

E’ inoltre fondamentale consigliare al paziente esercizi di stretching della fascia stessa e della muscolatura correlata per ridurre al minimo eventuali ricadute future.

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Contattami! Sono un osteopata diplomato che opera a Milano e Segrate.