Spondilolistesi ed osteopatia

Soffri di mal di schiena nel tratto lombare? Una delle più comuni patologie ortopediche causa di lombalgia è la spondilolistesi.

Come dici? Non ne hai mai sentito parlare? Probabilmente perché è un termine molto tecnico che in realtà sta a indicare uno scivolamento vertebrale (legato all’instabilità del tratto stesso).

Prima di affrontare però la spondilolistesi da un punto di vista osteopatico è bene capire come si classifica e a quali problemi può portare!

Quanti tipi di spondilolistesi esistono?

La prima classificazione che si può fare è in base al senso dello scivolamento:

  • Uno scivolamento anteriore viene definito anterolistesi (avviene nella maggior parte dei casi)
  • Uno scivolamento posteriore viene definito posterolistesi

E’ possibile inoltre classificare la spondilolistesi in base all’insorgenza:

  • Congenita (presente fin dalla nascita)
  • Degenerativa da artrosi (non sai cos’è l’artrosi? Leggi il mio articolo su artrosi ed osteopatia!)
  • Conseguente a trauma
  • Conseguente a microtraumi ripetuti

La zona più colpita risulta essere L5-S1 (l’ultima vertebra lombare scivola in avanti sul sacro) e ne soffrono maggiormente le donne.

La maggior parte delle volte la spondilolistesi si associa ad una spondilolisi (rottura dell’istmo vertebrale).

Quali sono i sintomi della spondilolistesi?

I sintomi della spondilolistesi dipendono dalla gravità dello scivolamento, che può essere classificato in 4 gradi:

  • 1° grado che corrisponde ad uno scivolamento del corpo vertebrale pari massimo al 25% della lunghezza del corpo vertebrale stesso
  • 2° grado che corrisponde ad uno scivolamento del corpo vertebrale pari massimo al 50% della lunghezza del corpo vertebrale stesso
  • 3° grado che corrisponde ad uno scivolamento del corpo vertebrale pari massimo al 75% della lunghezza del corpo vertebrale stesso
  • 4° grado che corrisponde ad uno scivolamento del corpo vertebrale pari massimo al 100% della lunghezza del corpo vertebrale stesso

Normalmente si procede all’intervento chirurgico di stabilizzazione senza arrivare a scivolamenti troppo importanti quali 3° e 4° grado.

Come sintomatologia, in primis possiamo trovare una lombalgia nella zona dello scivolamento con aumento del dolore in posizioni di estensione del rachide che non fanno altro che aumentare lo stress sulla vertebra. Il dolore può poi scendere a livello dei glutei e degli hamstring (muscoli posteriori della coscia) in quanto quest’ultimi possono andare incontro a sovraccarico per cercare di mantenere il bacino stabile e non troppo in antiversione.

Nei casi più complicati è possibile avere una sintomatologia sempre agli arti inferiori, ma in questo caso di tipo neurologica conseguente a schiacciamento delle radici nervose con conseguente sciatica (vuoi approfondire l’argomento sciatica? Leggi il mio articolo su sciatica ed osteopatia!).

Spesso le posizioni mantenute come lo stare in piedi o seduto tanto possono accentuare la sintomatologia.

E’ comunque possibile trovarsi in presenza di spondilolistesi senza avvertire sintomi.

Come trattare una spondilolistesi?

Andiamo ora ad approfondire il discorso legato all’anterolistesi: essendo una instabilità è bene non andare a sollecitare, soprattutto in estensione, il tratto lombare e quindi ridurre al minimo le sollecitazioni alla colonna vertebrale (evitare ad esempio esercizi come lo squat, rotazioni del busto, camminate in discesa…).

Per poter aumentare la stabilità è fondamentale andare a rinforzare i muscoli stabilizzatori di bacino e lombare che fanno parte della fascia toraco lombare (muscolo trasverso dell’addome, muscoli addominali, muscolo multifido, muscoli erettori della colonna, muscoli glutei), in modo tale da cercare di mantenere più in sede la vertebra che sta scivolando; a ciò vanno associati esercizi di stretching (es. psoas).

Quindi sono molto importanti tutti quegli esercizi che portano la vertebra in flessione, come ad esempio l’esercizio del bambino dello yoga, piuttosto che il portarsi le ginocchia al petto…e, per chi lavora molto al computer, cercare di muoversi il più possibile effettuando degli esercizi di retroversione del bacino.

E l’osteopata? L’osteopatia è molto indicata in casi di instabilità, ma va affiancata alle modalità di trattamento sopra descritte.

Curare la spondilolistesi con l’osteopatia

L’osteopata non può trattare direttamente una zona ipermobile come nel caso di spondilolistesi, ma può migliorare in generale la mobilità della colonna nei tratti che richiedono una manipolazione specifica da un punto di vista articolare, come ad esempio un tratto dorsale rigido; inoltre il trattamento manipolativo osteopatico risulta essere d’aiuto per ridurre le tensioni muscolari prima citate e per valutare e manipolare anche la componente viscerale (basti pensare alle vastissime correlazioni anatomiche che vi sono tra il tratto lombare ed i visceri del piccolo bacino, da un punto di vista sia di innervazione sia di correlazioni legamentose).

 

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