Plagiocefalia ed osteopatia: può il trattamento osteopatico essere d’aiuto nelle deformazioni craniche del neonato?

Con il termine plagiocefalia si intende una deformità cranica tipica degli infanti che colpisce maggiormente la regione occipito-parietale. Tale asimmetria cranica colpisce il cranio in maniera unilaterale e può trovare giovamento con delle sedute di osteopatia.

Che cos’è la plagiocefalia?

La plagiocefalia fa parte di una serie di anormalità della forma del cranio chiamate dismorfismi che colpiscono il neonato nei primi mesi di vita in quanto le ossa del cranio risultano essere ancora “morbide” e di conseguenza maggiormente influenzabili da alcuni posizionamenti che il bambino mantiene: si parla infatti di plagiocefalia posizionale, da non confondere con problematiche molto più gravi quali la sinostosi, processo in cui avviene la fusione prematura di una o più suture craniche.

Rimanendo in ambito di disfunzione posizionale, oltre alla plagiocefalia esistono altre due tipologie di deformità craniche:

  • Plagiocefalia: forma del cranio a parallelogramma
  • Brachicefalia: cranio piatto posteriormente
  • Scafocefalia: cranio molto stretto

Quali sono le conseguenze di una plagiocefalia?

E’ importante non trascurare una deformità funzionale del cranio in quanto non rientra semplicemente in un discorso estetico: infatti è possibile che questo porti in futuro il soggetto a soffrire ad esempio di problemi nel linguaggio piuttosto che di problemi oculari quali l’astigmatismo.

E’ da tenere inoltre in considerazione come un’asimmetria della parte posteriore del cranio possa ripercuotersi a livello facciale e quindi, di conseguenza, anche a livello dell’articolazione temporo-mandibolare con problematiche masticatorie.

Quando portare il neonato dall’osteopata per la plagiocefalia?

Abbiamo appena visto come il cranio sia “deformabile” nei primi mesi di vita; questa caratteristica può essere sfruttata dall’osteopata per poter indurre dei cambiamenti proprio a livello craniale con più facilità soprattutto nei primi 6 mesi di vita, ma ancora meglio intorno al 2°-3° mese di vita. Questo perché a livello cranico sono presenti delle strutture, chiamate fontanelle, che servono per permettere un’espansione del cervello e del cranio stesso e che si richiudono tra i 3 ed i 18 mesi a seconda della fontanella presa in considerazione. Oltre alla presenza di articolazioni craniche, le suture presentano una grande quantità di cartilagine articolare e quindi sono più elastiche rispetto all’adulto.

Quindi, la regola principale per un buon trattamento osteopatico in caso di plagiocefalia è “prima è, meglio è”!

Quali accorgimenti utilizzare per ridurre la plagiocefalia?

Esistono degli accorgimenti da attuare in caso di plagiocefalia, complementari al trattamento osteopatico, ovvero:

  • Se il bambino risulta essere sveglio, fargli assumere una posizione che gli permetta di non appoggiare sempre la testa dallo stesso lato, come ad esempio posizionarlo prono (pancia in giù), ma con la presenza di un genitore
  • Se il bambino dorme, cercare di non posizionarlo con la testa sempre dallo stesso lato ed eventualmente ruotargli la testa dal lato opposto
  • Se il bambino gioca, cercare di posizionare i giochi in modo tale da stimolarlo a girare la testa dal lato non preferenziale
  • Se il bambino mangia, cercare di utilizzare delle prese leggermente diverse ove possibile e di nutrirlo da entrambi i seni

In cosa consiste il trattamento osteopatico  per la plagiocefalia?

In primis è buona cosa consigliare ai genitori di attuare i rimedi sopra citati, qualora non fossero stati indicati dal pediatra.

Quindi risulta fondamentale, oltre alla manipolazione del cranio, ridare una corretta mobilità al tratto cervicale, a livello del quale vi sono delle importanti connessioni da parte della dura madre che va poi ad inserirsi a livello dell’osso sacro.

Spesso si associa a plagiocefalia il torcicollo: sarà quindi importante andare a svolgere delle tecniche di rilascio miofasciale sia della muscolatura cervicale quale i muscoli sub-occipitali, gli scaleni, lo sternocleidomastoideo (SCOM) sia della muscolatura della spalla, visto il legame presente tra le due zone.

 

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