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Infortuni ad anca e bacino nei corridori

Molto spesso il corridore che si presenta con un dolore/disfunzione all’anca o al bacino viene approcciato con delle tecniche che agiscono su un’unica articolazione.

Poiché la maggior parte delle lesioni in questa regione sono secondarie ad overuse e, in particolare, lesioni microtraumatiche, è necessario un approccio biomeccanico funzionale per identificare squilibri muscolari significativi e disfunzioni articolari.

Una comprensione approfondita del rapporto tra la colonna lombare, bacino, anca e in generale gli arti inferiori, in associazione allo studio delle catene cinetiche funzionali del corpo in generale, è fondamentale.

Utilizzando questo concetto, i risultati a lungo termine del trattamento osteopatico nei corridori  avranno più successo e sarà minore il rischio di ricaduta.

Le lesioni sportive che coinvolgono l’anca e il bacino variano in un range dal 5% al 21%. Uno studio pregresso ha affermato che dal 25% al ​​70% dei corridori subisce lesioni da overuse durante periodi predefiniti, indipendentemente dal livello, agonistico o meno.

Le cause esatte di lesioni da eccessiva corsa devono però ancora essere ben determinate.

L’eziologia di queste lesioni sembra essere multifattoriale e di diversa natura: ad esempio, una delle più comuni e trascurate patologie nei corridori è la tendinosi del muscolo medio gluteo. Spesso, questa è associata ad un piede rigido supinato e ad un gastrocnemio/soleo accorciato che non consente l’eversione calcaneare e la successiva pronazione dell’articolazione sottoastragalica. Quindi, a livello funzionale, viene inibita la rotazione interna di tibia e  femore, con conseguente sovraccarico del muscolo medio gluteo.

Questo porterà il corridore ad attuare involontariamente dei compensi nel suo schema di esecuzione del passo fino a quando il suo corpo nè sarà in grado, per poi iniziare ad avere dolori. Questo schema di funzionamento sottolinea l’importanza delle catena cinetiche funzionali, in particolare modo per quanto riguarda il piede e la caviglia in associazione a ginocchio ed anca.

L’osteopata può essere utile nei corridori in quanto può andare a cercare e trattare disfunzioni degli arti inferiori e della colonna, integrandole però con tutto quello che sta a monte, ad esempio carichi alterati da problematiche viscerali e fasciali in generale.

Può essere utile per il corridore intraprendere un percorso di rinforzo e di propriocettività a livello degli arti inferiori e del core link, in maniera tale da ridurre i microtraumi conseguenti all’attività sportiva.

 

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